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TAEKWONDO

Attualmente il taekwon-do è una delle arti marziali più diffuse in quanto i benefici da esso provocati sono innumerevoli per quanto concerne la vita quotidiana, come afferma un allievo: “i rapporti con le persone diventano il mezzo per mettere in pratica ciò che si impara a lezione e per mettere alla prova la maturità appena iniziata ad acquisire. In conclusione direi che utilizzare i 5 principi nella propria vita possa essere quanto più faticoso e al tempo stesso gratificante che un essere umano possa fare”.


Il Taekwon-Do è un’arte marziale frutto della grandiosa opera di un Maestro coreano, il Generale Choi Hong Hi, che ha creato e codificato quest’arte marziale moderna basata su valori tradizionali e morali e su principi della fisica per generare la massima forza utilizzando velocità e massa durante l’esecuzione dei movimenti.
Taekwondo si pronuncia in italiano “tecondò” e la parola è formata da tre ideogrammi:

– Tae   – calciare in volo

– Kwon – colpire col pugno


– Do – arte, ma intesa come arte o via della vita.


La parola arte ha un significato molto più profondo l’educazione dei giovani era infatti basata sui cinque codici sulla condotta umana stabiliti dal monaco buddista Wonkang:

– sii fedele al tuo paese

-sii obbediente ai tuoi genitori 
 –

– sii leale con i tuoi amici

– non ritirarti mai in battaglia

- non uccidere ingiustamente.


Oggi gli stessi principi si sono trasformati in:

fedeltà al tuo paese e alla tua palestra, 
 rispetto per i genitori, i tuoi fratelli, gli amici, gli anziani e i tuoi insegnanti, spirito indomabile  e termina ciò che inizi.


Per la prima volta il Taekwondo compare alle olimpiadi come sport dimostrativo nel 1988 a Seul,la capitale della corea del Sud. In occasione di essa, grazie alla medaglia d’argento conquistata da Luigi D’Oriano, l’Italia ottiene il più alto piazzamento a tutt’oggi raggiunto in questa disciplina per quanto riguarda l’ambito olimpico. Nell’edizione di Sydney 2000 diviene sport olimpico ufficiale.

Il colore delle cinture rappresenta il cammino che il guerriero percorre dalla nascita fino a diventare un essere impenetrabile dal buio.


* Bianca: Non propriamente considerata come grado,in quanto tutti coloro che iniziano a praticare il taekwon-do sono cinture bianche.
* Bianca superiore: Rappresenta l’ingenuità dell’allievo verso quest’arte.
* Gialla: Rappresenta la terra, dove la pianta (l’allievo) mette le sue radici.
* Verde: La pianta inizia a germogliare. L’arte comincia a svilupparsi nell’allievo, che ha imparato alcune tecniche.
* Blu: La pianta ormai è cresciuta ed è rivolta verso il cielo, simbolo della cintura. nell’allievo il taekwondo diventa importante e progredisce.
* Rossa: rappresenta il tramonto di una giornata, per l’allievo la fine di un tipo di allenamento. La cintura rossa è anche un segnale di pericolo: le tecniche possono diventare pericolose, è indispensabile l’autocontrollo.
* Nera: rappresenta la notte. Per l’allievo inizia un nuovo metodo di allenamento sia fisico che mentale. Questo grado rappresenta anche l’impenetrabilità alla paura, alle tentazioni e al male. Il colore nero racchiude tutti i colori delle cinture precedenti.
La filosofia del Taekwondo ha come fondamento l’etica, la morale, le norme spirituali attraverso le quali gli uomini possano convivere armoniosamente insieme. Le parole stesse del generale Choi aiutano a capire meglio: “spero sinceramente che attraverso il Taekwondo ogni uomo possa acquistare la forza sufficiente per arrivare ad essere il guardiano della giustizia, opponendosi ai conflitti sociali e coltivando lo spirito umano al livello più alto possibile. È con questo spirito che mi sono dedicato all’arte del Taekwondo per tutti i popoli del mondo”.


Lo studente deve cercare di mettere in pratica :


La Cortesia (Ye Uil)
L’Integrità (Yom chi)


Questi principi sono riassumibili in queste regole:


1. Avere la volontà di progredire qualsiasi siano le difficoltà incontrate
2. Essere gentile con i deboli e duro con i forti
3. Accontentarsi della posizione economica, ma non credere mai che sia al limite dello sviluppo della destrezza
4. Portare sempre a termine ciò che si è iniziato, grande o piccolo che sia
5. Essere il maestro a disposizione di tutti, senza tenere conto della religione, della razza o delle ideologie degli allievi
6. Non cedere mai alle opposizioni o alle minacce quando si sta perseguendo una nobile causa
7. Insegnare l’attitudine e l’abilità, con atti e non con parole
8. Essere sempre sé stesso in qualsiasi circostanza
9. Essere l’eterno maestro, che insegna con il corpo quando è giovane, con le parole quando è vecchio, con i principi morali quando è morto.


Un elemento fondamentale di questa disciplina sono le forme. Nell’antico oriente vigeva una legge molto simile a quella di Hammurabi: Occhio per occhio, dente per dente. Questa legge fu imposta anche quando la morte era accidentale. A causa di essa il combattimento libero non si poté sviluppare e fu proprio allora che l’allievo di arti marziali dovette inventarsi un metodo per provare le sue vere capacità di combattente. Dato che non poteva combattere con avversari reali cominciò ad inventarsene di immaginari, mettendo in ogni movimento tutta la forza e la convinzione possibile. La forma è infatti concepita come un combattimento immaginario contro uno o più avversari e serve per migliorare le proprie tecniche.

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